Giardini all’italiana: la gita fuori porta per la primavera

12 maggio 2025

I giardini all’italiana, orgoglio delle campagne del Bel paese, sono la meta ideale per una gita primaverile fuori porta, ovviamente all’insegna della mobilità elettrica. 

È innegabile: è in primavera che il territorio italiano si mostra al suo meglio. Territorio che si trasforma in qualcosa di simile ad una sinfonia fatta di sensazioni diverse, con i colori che si intrecciano ai profumi, l’aria tiepida che si tinge di luce cristallina, il risveglio della natura.
Viene voglia di salire in auto e concedersi una giornata di esplorazione e curiosità.

La nascita del giardino all’italiana

Devono averlo capito piuttosto bene gli italiani del Rinascimento, il fascino della primavera, se si sono ingegnati per inventare un modo assolutamente nuovo con il quale imbrigliare l’energia trasformatrice di questa stagione. È proprio nel Rinascimento infatti che nasce il concetto di giardino all’italiana.

Con la riscoperta dei valori estetici dell’Antica Grecia, si immagina un luogo nel quale passeggiare, conversare amabilmente, perdersi in lente e profonde riflessioni. Ed è così che sono nati, a partire dal XVI secolo - perché questi capolavori si evolvono e arricchiscono nel tempo - i Giardini di Boboli, uno dei pezzi forti di Firenze (e dell’Italia).

Nel corso dei secoli, il giardino all’italiana si carica di dettagli, trasformandosi grazie ad elementi scenografici come fontane, laghi e laghetti, giochi d’acqua, terrazze panoramiche, grotte con tanto di finte stalattiti e stalagmiti. Si arriva perfino a costruire colline artificiali, o a sbancare quelle esistenti… cosa non si farebbe per ammirare una vista piacevole tra le rose e i gigli, con l'acqua che chiara e serena scorre, lieta di vita (sono parole che vengono dal passato).

Non mancano le statue, spesso versioni allegoriche dei patroni che hanno finanziato il giardino, che fanno da contraltare al verde di siepi e alberi potati secondo i canoni dell’arte topiaria - è questo il nome della disciplina responsabile delle strane geometrie della vegetazione dei giardini più celebri.

Infine, i colori della primavera: aiuole fiorite, roseti, giardini d’inverno perfettamente integrati nella scena contribuiscono a pennellate indimenticabili e decisamente instagrammabili, soprattutto poco prima del tramonto.

C’è stato un momento in cui il giardino ha perso terreno nei gusti degli italiani, ma fortunatamente è durato poco. Nell’Ottocento neoclassico e nel Novecento dell’invenzione del turismo - con la diffusione dell’auto privata - il giardino viene riscoperto, ripensato, riportato al suo splendore.

Ed è così che sull’atlante stradale possiamo trovare tantissime idee per una giornata all’aria aperta, da trascorrere nella bellezza di ambienti delicati e romantici.

In gita al giardino all’italiana

Tra i più amati giardini italiani, da scoprire e riscoprire in primavera, ci sono sicuramente i già citati Giardini di Boboli - che attirano 800mila visitatori l’anno, imperdibile il doppio filare di cipressi che incornicia il capoluogo toscano - e il Parco Giardino Sigurtà, a Valeggio sul Mincio in provincia di Verona. Quest’ultimo, iscritto alla lista dei giardini più belli d’Italia dal 2015, si estende su 60 curatissimi ettari di superficie, ed è tra i pesi massimi della categoria: 420mila visitatori l’anno lo scelgono per una visita primaverile.

Ma è quando ci lasciamo trasportare dalla curiosità, con la nostra auto elettrica che scorre silenziosa sull’asfalto e il buonumore primaverile ad entrare dai finestrini, che le scoperte si fanno emozionanti.

Come a Merano, in provincia di Bolzano, dove i Giardini di Castel Trauttmansdorff si producono in un tripudio di colori su più livelli e ospitano mostre e concerti. Oppure a Tivoli, dove i giardini avvolgono come le griffe di un gioiello Villa d’Este, patrimonio UNESCO e puro feeling rinascimentale.

O ancora il Giardino di Villa Taranto a Verbania sul Lago Maggiore (attraversati da 7 chilometri di viali e considerati tra i più belli al mondo), o i Giardini della Reggia di Venaria (To), suddivisi in Parco Alto e Basso, Asse Centrale e Potager Royal… per dare idea dell’articolazione e della complessità di queste opere d’arte.

A questo punto, non resta che caricare la batteria dell’auto elettrica, scegliere un accompagnamento adeguato per l’autoradio, e mettersi in viaggio verso uno di questi eleganti, emozionanti giardini. E quando il viaggio si fa più lungo del previsto - magari perché dopo la visita ci verrà la voglia di addentrarsi nei dintorni alla ricerca di qualcosa di tipico da mangiare - con l’app Plenitude On the Road sarà facile trovare un punto di ricarica nei dintorni. 

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