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Smart Home o casa intelligente. L'uomo la sogna da secoli, ma qual è la sua storia? Pensiamo agli straordinari congegni inseriti nelle stanze delle Piramidi, alle macchine semoventi per la Domus Aurea di Nerone, oppure al sogno degli automi meccanici, progettati già nel Seicento. Apparecchi ingegnosi, seppur limitati, che si sono susseguiti fino a inizio Novecento quando nelle case arriva l'energia elettrica che rimette in moto il sogno antico di un'abitazione al servizio dell'uomo, quella che oggi definiremmo domotica.
Quando nasce il concetto di Smart Home come ecosistema integrato capace di gestire diversi aspetti della vita quotidiana?
L'idea si deve a un ingegnere americano, Jim Sutherland, che nel 1966 installa nella propria abitazione un calcolatore inizialmente destinato ad usi industriali.
Echo IV – questo il nome del prototipo di home gateway – poteva accendere e spegnere le luci e il televisore a orari programmati, gestire la sveglia e poco altro. Il progetto di Sutherland era, però, molto più ambizioso: la generazione futura degli Echo, secondo l'ideatore, avrebbe dovuto collegarsi alla dispensa, stilare l'elenco delle vivande disponibili e compilare la lista della spesa, ma anche collegarsi al termostato e regolare la temperatura.
Mentre nel mondo scoppiano le rivolte studentesche, la Primavera di Praga e la Guerra del Vietnam, Jim Sutherland immagina una casa in grado di interagire con un computer, che a sua volta deve essere progettato per relazionarsi con tutta la famiglia. Sutherland è un visionario, capace però di definire con chiarezza quasi profetica la Smart Home contemporanea.
Il suo sogno, spiegherà qualche anno dopo la moglie Ruth, era mettere la tecnologia al servizio della famiglia con un obiettivo ben preciso: dare più tempo ai genitori di stare con i figli, regalando così un po' di felicità. È l’inizio della storia della domotica. Perciò, dieci anni prima del personal computer (IBM lo immetterà sul mercato nel 1981) e della tecnologia alla portata di tutti, il padre della domotica aveva tracciato la strada giusta.
La casa di Sutherland purtroppo si rivela un insuccesso proprio perché questa domotica aveva grossi limiti tecnologici: un esempio su tutti l'enorme quantità di cavi che dovevano essere installati. Già nel 1975 si tenta di ovviare a questo problema con il rilascio di X10, una piattaforma di automazione domestica che combina radiofrequenza e cablaggio elettrico. In questo modo diventava possibile controllare a distanza alcuni dei dispositivi presenti nell'abitazione.
La vera svolta avviene all'inizio degli anni Novanta quando si diffondono i primi protocolli wireless che, nel 2005, sfoceranno poi nel celebre Z-Wave. Questo, funzionando in una banda inferiore a 1 GHz, non è influenzato dalle interferenze del Wi-Fi e di altre tecnologie wireless come il Bluetooth. In questo modo diventa possibile creare una rete in remoto per connettere più dispositivi che possono essere anche aggiunti in un secondo momento dai proprietari di casa. La smart home diventa così una realtà alla portata di tutti che si svilupperà a partire dagli anni Dieci del secolo quando compaiono i dispositivi oggi più conosciuti. I maggiori sviluppi però sono ancora di là da venire e l'intervento dell'IA potrebbe aprire un nuovo, fondamentale, capitolo.
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