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Energie rinnovabili, alla scoperta dei prosumer: i protagonisti dell’energia del futuro

 

Comunità energetiche rinnovabili (CER), prosumer e consumer sono termini balzati all’occhio di molte persone negli ultimi mesi. Concetti che si legano quando parliamo di un modello innovativo di gestione dell’energia. Entriamo nel dettaglio di queste definizioni esplorando lo scenario nel quale vivono e interagiscono tra loro.

12 giugno 2023

In Europa il concetto di comunità energetiche è da ricercare indietro nel tempo, esattamente una cinquantina di anni fa, quando in Danimarca dei cittadini riuniti in cooperative hanno installato degli impianti eolici per autoprodurre energia elettrica da fonti rinnovabili. L’esempio è stato poi seguito nei decenni successivi da altri cittadini in Germania e Belgio. L’innovazione tecnologica e la liberalizzazione del mercato energetico ha poi di recente dato slancio alle CER (comunità energetiche rinnovabili). Cosa sono? Si tratta di un’associazione tra cittadini, attività commerciali, pubbliche amministrazioni locali e piccole/medie imprese che decidono di unire le proprie forze con l’obiettivo di produrre, condividere e consumare energia da fonti rinnovabili su scala locale. In Italia sono state introdotte con la conversione in legge dell’articolo 42 bis del Decreto Milleproroghe 162/2019 che recepisce i punti della Direttiva Europea RED II (2018/2001/UE).

 

Comunità energetiche rinnovabili: cosa sono

Le comunità energetiche rinnovabili sono dunque un nuovo tipo di associazione per raggiungere benefici ambientali, sociali ed economici: si limitano le emissioni di CO2 nell’atmosfera, si incentiva l’aggregazione tra cittadini, si stimola la cultura della sostenibilità e si produce energia rinnovabile da all’interno della comunità, contribuendo anche a ridurre la spesa energetica.

Gruppi di cittadini, còndomini, piccole e medie imprese, enti locali, cooperative, associazioni ed enti religiosi possono costituire le CER.

Come regola generale, per chi vuole costituirsi come comunità energetica rinnovabile, è necessario individuare le aree per realizzare gli impianti fotovoltaici e i consumatori che andranno a condividere l’energia: tutti dovranno essere serviti da una unica cabina primaria

Quindi la comunità energetica è una rete virtuale tra più unità produttive e più unità di consumo, che deve essere concepita e progettata per armonizzare i consumi con la generazione di energia elettrica da fonti rinnovabili.

I titolari delle unità di consumo sono indicati con il termine consumer, cioè i clienti finali non dotati di impianti fotovoltaici - case private, aziende, edifici pubblici, ecc. - che partecipano alla comunità solo in qualità di consumatori che condividono l’energia prodotta e immessa in rete dai prosumer, che invece partecipano alla CER come clienti finali che, oltre a consumare energia elettrica, possiedono un impianto di produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile.

Con il termine “condivisone dell’energia” si intende la contemporaneità tra immissione in rete di energia prodotta dai prosumer della CER e consumo della stessa da parte dei consumer della CER, a livello orario, che va a determinare il riconoscimento di un “premio” economico denominato “tariffa incentivante” e di una parziale riduzione degli oneri di rete.

Alla scoperta del prosumer (producer + consumer)

La figura del prosumer è sintetizzabile nella definizione di “produttori e allo stesso tempo consumatori (producer + consumer)”. Il termine è stato proposto per la prima volta dal sociologo statunitense Alvin Toffler nel suo saggio “La terza ondata” (Sperling & Kupfer) del 1980. In realtà questo termine era già stato preso in considerazione nel decennio precedente, quando l’autore già parlava di una possibile fusione tra i ruoli di produttore e consumatore. Torniamo ai prosumer di energia elettrica: la producono da una fonte rinnovabile, la consumano e quella in eccedenza la immettono in rete, ottenendo un valore determinato dalla vendita della stessa. Nel caso delle CER, oltre ad ottenere tale valore, questa energia viene condivisa con la comunità, con le premialità già indicate.  

I vantaggi dell’essere prosumer partecipando ad una CER? Abbiamo già detto che si è produttori e consumatori al tempo stesso e questo binomio avvia un circolo virtuoso: si accelera la transizione verso le fonti rinnovabili, si limitano le emissioni di CO2 nell’atmosfera, ci si rende più indipendenti dalle fluttuazioni dei prezzi dell’energia, si riduce la spesa energetica, si contribuisce ad alimentare l’indipendenza energetica nazionale.

Una fattispecie particolare è quella dei condomini, che vede una diversa declinazione della comunità energetica, chiamata AUC (gruppo di autoconsumatori che agiscono collettivamente).

Il condominio costituito in AUC installa un impianto fotovoltaico, usa l’energia prodotta per soddisfare i consumi condominiali e vende l’energia non utilizzata. I singoli condòmini, pur continuando a pagare la bolletta in base ai loro consumi, usufruiscono di una tariffa incentivante e della riduzione degli oneri di rete se consumano quando l’impianto immette energia in rete (condivisione). Le regole sono di fatto le stesse delle CER ma con il vantaggio che i condòmini sono già naturalmente aggregati nel còndominio e che l’autoconsumo è a vantaggio di tutti i partecipanti, mentre nelle CER è a vantaggio dei soli prosumer.  

L'Agenzia europea per l'ambiente (EEA) definisce la figura dei prosumer, indentificandoli come risorse importanti sulla via della decarbonizzazione che su quella della indipendenza energetica delle comunità. L’obiettivo della Ue è il 2050, quando la politica comunitaria spera che i prosumer, siano in grado di produrre gran parte dell'energia a scopo residenziale.

 

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