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Da semplici utenti a protagonisti attivi: ecco come i prosumer stanno trasformando il sistema energetico attraverso produzione, condivisione e flessibilità.
Negli ultimi anni, termini come prosumer ed energy citizen sono entrati prepotentemente nel lessico dell’energia. Non sono semplici etichette, ma i simboli del passaggio da un sistema energetico “a senso unico” a uno circolare e partecipativo. L’avvento della generazione distribuita ha infatti modificato radicalmente il tradizionale paradigma del consumo di energia, che oggi può essere generata, gestita e scambiata localmente. Al centro di questo nuovo modello, fatto di impianti per l’autoproduzione, solitamente fotovoltaici, batterie e tecnologie digitali, c'è il prosumer, una figura che può agire in molti modi: dall’autoconsumo individuale alle Comunità Energetiche Rinnovabili.
Il termine prosumer nasce dalla fusione di producer (produttore) e consumer (consumatore), una crasi teorizzata già nel 1980 dal sociologo Alvin Toffler. Se allora appariva come una visione futuristica, oggi è un concetto definito tecnicamente dalla normativa italiana ed europea.
In Italia, il D.Lgs. 199/2021 definisce l'autoconsumatore di energia rinnovabile come il cliente finale che produce energia elettrica per il proprio consumo, potendo immagazzinare o valorizzare l'eccedenza (condividendola in una CER o immettendola in rete), purché questa non sia la sua attività professionale principale.
Parallelamente, l'Autorità per l'Energia (ARERA) ha introdotto nel TIAD la figura del "Cliente Attivo", recependo le indicazioni del D.Lgs. 210/2021. Si tratta di un soggetto che non solo produce e scambia energia, ma interagisce con la rete per stabilizzarla. È in questo passaggio che il prosumer evolve in Energy Citizen.
Come sottolinea il report europeo Energy prosumers in Europe — Citizen participation in the energy transition dell'Agenzia Europea dell'Ambiente (EEA), la "cittadinanza energetica" non è solo uno status tecnico, ma un ruolo sociale che si esprime attraverso tre dimensioni fondamentali:
Lo stesso report nella sezione 3.1 The different forms of prosumption identifica quattro forme specifiche attraverso cui questa “cittadinanza energetica” si manifesta attualmente:
Il ruolo del prosumer diventa centrale e insostituibile quando entra a far parte di una Comunità Energetica Rinnovabile (CER). In questo contesto, la sua azione genera un duplice valore: soddisfa i propri bisogni attraverso l'autoconsumo individuale, mentre l'energia prodotta ma non consumata istantaneamente viene immessa in rete e valorizzata tramite il meccanismo della condivisione virtuale.
In questo scenario la tecnologia abilita un'ulteriore evoluzione: quella da Prosumer a Prosumager. Dotandosi di sistemi di accumulo (batterie) residenziali o sfruttando la batteria del proprio veicolo elettrico, questa figura unisce alla produzione la capacità di gestire l'energia nel tempo. Il Prosumager non si limita quindi a scambiare energia istantaneamente, ma la immagazzina per rilasciarla quando serve di più a sé o alla rete, massimizzando in questo modo l'efficienza.
Il Prosumager diventa così il protagonista di una nuova fase. Grazie a tecnologie come smart meter e sistemi di gestione degli edifici (BEMS), la sua casa impara a "dialogare" con la rete, offrendo servizi di stabilità in modo automatico senza intaccare il comfort di chi la abita.
Questa capacità di gestione intelligente è l'essenza della flessibilità energetica. Poiché le principali fonti rinnovabili come il sole e il vento sono intermittenti, la rete necessita di un continuo bilanciamento che si ottiene oggi attraverso due strade complementari. Da un lato c'è l'approccio diretto, basato su abitudini consapevoli, in cui l'utente sceglie attivamente di spostare i propri consumi — ad esempio programmando la lavastoviglie o la ricarica dell'auto nelle ore di massima produzione fotovoltaica — per massimizzare l'autoconsumo fisico. Dall'altro si sta affermando l'approccio indiretto, vera frontiera della gestione automatizzata: in questo scenario, l'utente autorizza un aggregatore a gestire autonomamente dispositivi come wallbox o batterie, ottimizzando i flussi energetici in tempo reale a beneficio dell'intero sistema.
La trasformazione in prosumer porta con sé diversi benefici tangibili. Sul piano economico, si può ottenere un vantaggio in bolletta grazie all'autoconsumo e, all’interno della CER, l'accesso agli incentivi per l'energia condivisa, senza dimenticare che le evoluzioni tecnologiche potranno portare a nuove forme di remunerazione legate ai servizi di flessibilità. A livello sistemico, la creazione di un modello decentralizzato riduce le perdite di rete e alleggerisce il carico sulle grandi infrastrutture, mentre sul versante sociale favorisce l'indipendenza energetica e rafforza la coesione all'interno delle comunità.
Sempre nel rapporto Energy prosumers in Europe — Citizen participation in the energy transition, l'Agenzia Europea dell'Ambiente (EEA) sancisce che i prosumer sono una leva fondamentale per raggiungere la neutralità carbonica entro il 2050. Il passaggio a un modello distribuito mobilita infatti investimenti privati, riduce le importazioni e favorisce la penetrazione capillare delle rinnovabili. Diventare un prosumer oggi significa quindi uscire da una logica di semplice consumo per entrare, a pieno titolo, nella strategia energetica e climatica continentale.
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