
Al volante dell’elettrico con Plenitude
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07 marzo 2025
Electric Driving Experience, la speciale esperienza di guida che permette di vivere la mobilità elettrica, dal volante alla ricarica
Ricordate il primo contatto con lo smartphone?
Quel mix di diffidenza, stupore e un sentimento difficilmente catalogabile, misto di paura e irrefrenabile voglia di futuro? La prima volta alla guida di un’auto elettrica può regalare sensazioni molto simili, che lasciano alla fine quel piacevole retrogusto di domani a portata di mano. Oggi è possibile viverle attraverso l’Electric Driving Experience, la speciale esperienza di guida in elettrico alla scoperta della rete di ricarica On the Road di Plenitude, che unisce test drive, informazioni e la presenza fondamentale degli EV Coach, un team dedicato di piloti professionisti specializzati in mobilità elettrica. L’Electric Driving Experience, infatti, è un momento dedicato alla scoperta: durante il test drive si possono rivolgere agli EVCoach tutte le domande e i dubbi sul mondo dell’elettrico e sulla rete di ricarica, e loro sono pronti a fugare ogni dubbio. Sarà possibile prendervi parte durante speciali attivazioni ed eventi selezionati, mettendosi alla guida di automobili elettriche di ultima generazione. Dopo il tour 2024 che ha toccato Scampia (Na), l’Autodromo Enzo e Dino Ferrari di Imola (Bo), Milo (Ct) e Polignano a Mare (Ba), si preparano nuove tappe nel 2025.
Ecco il racconto di uno speciale test tra le Valli del Curone.
Una diversa esperienza di guida
Nessun rombo, accorgersi dell’accensione è un fatto puramente ottico. Sono le luci del display a segnare l’inizio del viaggio direzione Voghera.
La mano che spesso si tiene (erroneamente) sul cambio può appoggiarsi al volante in una posizione più sicura per la guida. Un piede si mette in posizione di riposo: i pedali infatti sono due anziché tre. Ci troviamo in una situazione ben conosciuta da chi utilizza un’auto con il cambio automatico. Eppure, qui una grossa differenza c’è e si sente al primo stop: la frenata rigenerativa. Moderando la pressione sull’acceleratore infatti è già possibile frenare, più o meno dolcemente. Sono sufficienti pochi chilometri e la guida one pedal diventa quasi spontanea. Nel frattempo, il voltometro che ha preso il posto del contagiri segnala che frenando non si consuma nulla, anzi, accade esattamente il contrario: l’energia cinetica residua viene sfruttata per ricaricare la batteria… e quell’aggettivo, “rigenerativa”, assume finalmente il giusto significato.
Il valore del tempo
C’è un’icona che identifica lo stato di carica della batteria. Una percentuale che la prima volta in auto elettrica attira costantemente lo sguardo di chi guida. Siamo arrivati alla periferia di Voghera e la domanda che poniamo a Massimo, l’EV Coach che ci accompagna fin dal primo chilometro è una: quanto durerà ancora? La risposta, come spesso accade nel mondo dell’elettrico, è sempre la stessa: dipende. La carica residua varia in funzione del consumo che a sua volta dipende dalle abitudini di guida. Una guida più sportiva causa un dispendio maggiore, una più rilassata, minore. La differenza può essere marcata. E se si è fermi in coda? Niente paura, il consumo è moderato e l’autonomia, se siamo partiti con una carica adeguata, si conta in molte ore. La carica poi cambia anche in base al tracciato: in discesa, ad esempio, la frenata rigenerativa ci aiuterà a ottimizzare i consumi.
E se dovessimo fermarci a ricaricare quanto tempo ci vorrà? Anche in questo caso, dipende. Dalla nostra batteria, dalle condizioni atmosferiche e soprattutto dal tipo di stazione di ricarica scelta tra le tante che ci vengono indicate dal navigatore. Per noi il punto di ricarica On the Road di Plenitude di tipo Fast (quindi una colonnina in corrente continua) in via Vittorio Veneto a Voghera (PV) capace di erogare una potenza fino a 150kW. Orologio (e caffè) alla mano, dieci minuti sono sufficienti per raggiungere l’80% della carica (partendo dal 20%). Infatti, ed è un altro effetto wow della giornata, la carica delle batterie procede più rapidamente fino al 70/80% della capacità per poi rallentare. Inoltre, come consigliano i costruttori, per preservare al meglio la durata delle batterie, l’ideale è mantenere la carica tra il 20 e l’80%. Quindi, a meno che non si debbano affrontare lunghe distanze, arrivare alla massima capienza non serve e non è neppure positivo per la salute della batteria. In pratica due ottimi motivi per smettere di preoccuparci. Anzi, c’è di più. La maggior parte delle ricariche, infatti, si effettuano mentre si fa altro: la spesa, una riunione in ufficio o la notte, durante il sonno. Il tempo è relativo, per usare un’espressione cara a Einstein e il suo valore in questo caso è doppio: ricarichiamo e, contemporaneamente, facciamo tutt’altro.
Un'altra prospettiva
La prima volta con lo smartphone, agli albori degli anni Duemila, in molti avranno pensato a come quell’oggetto avrebbe potuto cambiare loro la vita, con utilizzi fino a quel momento inaspettati. La prima volta in auto elettrica è quindi il primo contatto con un cambio di prospettiva che interessa diversi altri aspetti. Non si seguono le insegne ma le colonnine vengono facilmente individuate dal navigatore o dall’app Plenitude On the Road con un design ottimizzato per offrire un’esperienza ancor più immersiva nel mondo della mobilità elettrica. L’app, grazie a una serie di filtri, permette di cercare e selezionare i punti di ricarica in base alle proprie esigenze e di monitorare facilmente l’intero processo: la percentuale di carica, può essere gestita direttamente dallo smartphone e regolata in base alle proprie necessità. Un’altra prospettiva riguarda anche le spese. Il costo della ricarica, oltre che dal costo dell’energia, dipende da dove viene effettuata: varia notevolmente se avviene in ambiente domestico con una ricarica lenta o in ambiente pubblico con una ricarica rapida, quando necessario. Dipende, ancora una volta.
Quella voglia di futuro
La strada di collina disegna l’orizzonte tra Monleale e Volpedo. L’auto risponde bene alle nostre sollecitazioni, la ripresa in elettrico è eccezionale. Il motore non romba, non spezza la quiete di una mattina autunnale ma si integra perfettamente nel paesaggio. L’auto elettrica ci suggerisce un’idea di libertà che non è fuga, ma fa parte del nostro quotidiano. Possiamo controllare digitalmente lo stato di carica dell’auto ma anche modularlo a distanza. La gestione dell’energia supera il concetto di consumo grazie alla possibilità di integrarsi in un ecosistema domestico più ampio.
Dal palmo della nostra mano, oltre all’auto, abbiamo la possibilità di monitorare la casa e i consumi e individuare eventuali anomalie. Se abbiamo un impianto fotovoltaico possiamo controllare la produzione, sapendo che una parte di quell’energia prodotta potrà essere sfruttata per ricaricare il nostro veicolo incrementando così la quota di autoconsumo con tutti i vantaggi che ne conseguono. Scopri di più.
La prossima prima volta in auto elettrica
A Fabbrica Curone (Al) c’è l’arrivo, il ristorante per il pranzo e dalla parte opposta della strada le colonnine. Sono diffuse anche qui, tra le colline: semplicemente prima di oggi non ci facevamo caso. L’Electric Driving Experience è stata anzitutto questo: un modo per cambiare prospettiva. Muta il modo stesso di pianificare il viaggio anticipando le necessità di sosta e modulandole anche in base alle nostre esigenze. Un’esperienza che tutti possono provare, mettendosi al volante o sedendo come passeggeri di un’auto elettrica, accompagnati da un EVcoach, pilota esperto tanto di guida sicura quanto di mobilità elettrica. Per vivere un assaggio delle potenzialità dell’elettrico, il tempo di un caffè o di una ricarica Fast, capace però di lasciare quel piacevole retrogusto di un domani che è già alle porte.
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